Polpa di cellulosa contro plastica: il futuro è nelle bioplastiche?
La polpa di cellulosa rientra nella categoria delle bioplastiche, una tipologia di plastica realizzata con materie prime rinnovabili (come canna da zucchero, mais, cellulosa, acido lattico, alghe ecc.) senza l’utilizzo di derivati dal petrolio.
Caratteristiche delle bioplastiche
Le bioplastiche hanno due proprietà fondamentali: biodegradabilità e biocompatibilità.
Con il termine biodegradabile si indica la capacità di un materiale di decomporsi attraverso batteri o agenti atmosferici in molecole organiche semplici come acqua H2O, anidride carbonica CO2, metano CH4.
Secondo la normativa europea un materiale se riesce a dissolversi entro 6 mesi del 90% può essere considerato biodegradabile.
Con il termine compostabile si indica la capacità di un materiale di trasformarsi attraverso il compostaggio in un fertilizzante, il compost, che si utilizza in agricoltura. Se un materiale si dissolve del 90% entro 3 mesi può essere considerato compostabile.
Bioplastica e plastica differenze
La plastica è costituita da migliaia di polimeri, lunghe molecole aggrovigliate le une alle altre. Una delle caratteristiche dei polimeri è che possono essere facilmente separati tra loro tramite gli agenti atmosferici, il sole, la salsedine ecc. ma non possono essere rotti o spezzati.
Questa caratteristica li rende molto duraturi e resistenti ma altamente inquinanti, poiché una volta dispersi nell’ambiente ci restano per migliaia di anni.
Le bioplastiche, invece, utilizzano molecole simili ai polimeri delle plastiche ma totalmente naturali, come l’amido, la cellulosa, la caseina.
Tra le bioplastiche troviamo anche la polpa di cellulosa.
Bio-plastica? Occhio all’uso della parola
Il termine bioplastica è composto dal prefisso “bio” e dal termine “plastica”.
“Bio” fa riferimento a vita ed indica o l’origine della plastica da materie prime biologiche, ossia naturali, come amido, cellulosa ecc. o alla biodegradazione dovuta da parte di microorganismi.
Con il termine “plastica” invece, si fa riferimento ad un materiale termoformabile che si scioglie, diventa malleabile e può essere fuso trasformandosi in film o in oggetti di varia natura.
Oggi il termine è molto utilizzato e spesso può dare origine a confusione. Quando si parla in maniera generica di bioplastica, infatti, non si chiarisce se il riferimento è all’origine biologica naturale del materiale, alla biodegradazione o ad entrambe.
E’ necessario quindi chiarire specificando se il riferimento è ad una plastica biodegradabile o ad una plastica a base biologica.
Tra le plastiche a base biologica abbiamo: PET, PE, PA, PEF, PUR.
Tra quelle biodegradabili: PBAT, PBS, PLA, PHA, AMIDO.
Ovviamente la situazione ottimale è quando la plastica è sia biodegradabile che di origine biologica.
Limiti delle bioplastiche
Nonostante gli innumerevoli vantaggi nell’uso delle bioplastiche la loro produzione presenta ancora delle criticità alle quali le grandi aziende produttive stanno cercando di far fronte.
- Una delle prime problematiche riguarda la produzione delle materie prime che servono per realizzare le bioplastiche. Per produrle, infatti, servono campi sterminati che spesso vengono tolti alle colture alimentari.
Negli ultimi anni sono state messe in campo strategie aziendali incentrate sulla produzione di bioplastica a partire da scarti agricoli, foglie o parti di rami.
- Spesso alcune bioplastiche contengono ancora percentuali di sostanze derivanti dal petrolio.
Oggi la grande produzione si sta impegnando nell’utilizzo di materiali 100% naturali per ovviare alla plastica.
- Il processo di compostaggio delle bioplastiche può avvenire solo in specifici impianti industriali che operano in condizioni controllate di aerazione forzata e di alte temperature.
Nonostante abbiano ancora dei limiti dal punto di vista ambientale e funzionale le bioplastiche rappresentano una soluzione più ecologica rispetto alla plastica di origine fossile.
Una bioplastica preziosa per il mondo della ristorazione: la polpa di cellulosa
La polpa di cellulosa o bagassa è un materiale completamente naturale derivante dallo scarto della lavorazione per frantumazione e spremitura della canna da zucchero.
La canna da zucchero o Saccharum officinarum è una pianta tropicale sempreverde utilizzata per estrarre il dolcificante più famoso al mondo: lo zucchero.
La bagassa trova svariati campi di applicazione, può essere utilizzata come combustibile nelle raffinerie dello zucchero di canna, in cicli produttivi per la produzione della carta, nei mobilifici per la produzione di pannelli truciolati e nella produzione del furfurale, un composto organico utilizzato come esaltatore di sapidità nell’industria alimentare.
NB. Al momento della raccolta è molto importante che il culmo venga reciso e non strappato poiché, lasciando la sua radice intatta, il fusto è in grado di ricrescere ed essere disponibile per la raccolta dell’anno successivo.
Proprietà polpa di cellulosa
La polpa di cellulosa ha delle caratteristiche che la rendono particolarmente adatta per la produzione di stoviglie e packaging per alimenti particolarmente versatili e dalle alte prestazioni.
E’ un prodotto che ha risvolti positivi sia per l’ambiente che per la qualità dei prodotti finali.
Vantaggi ambientali
- La polpa di cellulosa è un materiale che risponde ai criteri sia di biodegradabilità che di compostabilità.
- E’ un’ottima fonte rinnovabile grazie alla sua rapidità di crescita (a differenza di altri materiali di origine vegetale, come il legno).
- La sua produzione è a basso impatto ambientale poiché la polpa è il materiale di scarto della lavorazione della canna da zucchero, per cui non bisogna investire risorse aggiuntive per ottenerla.
Vantaggi qualitativi dei prodotti
- I prodotti ottenuti dalla polpa di cellulosa sono atossici e idonei al contatto con gli alimenti.
- Sono robusti e resistenti a grasso e unto.
- La polpa di cellulosa gode di un’ottima resistenza sia alle alte che alle basse temperature e questo rende le stoviglie versatili ed efficaci sia per contenere cibi caldi che freddi, senza che la qualità dei contenitori venga minimamente alterata.
- Con la polpa di cellulosa è possibile ottenere imballaggi estremamente leggeri e facili da trasportare.
- La polpa di cellulosa consente di ottenere stoviglie monouso che si diversificano per forme, colori e dimensioni e che sono quindi adatti ad ogni uso o contesto.
Limiti polpa di cellulosa e possibile presenza di PFAS
- La polpa di cellulosa è disponibile solo nelle colorazioni di ecrù e bianco, le uniche tonalità che non richiedono l’aggiunta di prodotti chimici per essere ottenute. La poca varietà di colori potrebbe essere vista come un limite per i ristoratori che vorrebbero diversificare i loro prodotti con delle nuance più accattivanti e vivaci, ma potrebbe essere un’ottima alternativa per coloro che vogliono puntare ad un design informale che ispiri fiducia e benessere, richiamando l’origine naturale della materia prima.
- Un’ultima problematica inerente questo materiale naturale è collegata alla possibile presenza nelle stoviglie monouso in polpa di cellulosa di PFAS, una famiglia di composti chimici utilizzati dall’industria per rendere materiali e tessuti resistenti ai grassi e all’acqua. Poiché negli ultimi anni i prodotti monouso in polpa di cellulosa hanno sostituito sempre di più i prodotti monouso in plastica, gli esperti hanno concentrato la loro attenzione su questi nuovi prodotti con analisi e studi di laboratorio, evidenziando la presenza di PFAS su molti di loro. Le ricerche hanno inoltre messo in evidenza come queste sostanze chimiche possano essere molto pericolose per la salute dell’uomo e dell’ambiente. (per maggiori approfondimenti riguardo la questione PFAS rimandiamo all’ apposito articolo “Il problema dei PFAS”). VEDERE ARTICOLO PRECEDENTE
Polpa di cellulosa: un’alternativa meno ecologica della plastica?
Di recente sono stati sollevati dubbi circa una problematica che sembrerebbe mettere in discussione la sicurezza e la sostenibilità dei prodotti in polpa di cellulosa.
Nei prodotti monouso per la ristorazione, come piatti, posate o cannucce destinate a mense e ristorazione, sembrerebbe essere stata rilevata la presenza di PFAS, sostanze chimiche perfluoroalchiliche potenzialmente dannose per la salute. A sollevare il problema sono state alcune organizzazioni di consumatori italiane ed europee che hanno portato avanti analisi su campioni di prodotti monouso in polpa di cellulosa destinati a mense e ristorazione, rilevando la presenza di questi inquinanti.
Allora sono meglio i prodotti in plastica?
Con il crescente sviluppo economico è stato fatto un uso spregiudicato delle materie plastiche petrolchimiche in virtù delle loro vantaggiose caratteristiche:
- leggerezza;
- versatilità,
- buone proprietà di barriera nei confronti di ossigeno e composti aromatici;
- proprietà di elasticità alla trazione e resistenza agli strappi.
Le materie plastiche sono sostanze organiche che, sottoposte all’azione di calore o solventi, possono essere plasmate nella forma desiderata, che si mantiene al cessare della lavorazione.
La plastica sintetica, prodotta chimicamente a partire dal petrolio, dai suoi derivati o da gas naturale, è composta da polimeri, molecole di grandi dimensioni ottenuti dall’unione di molecole più piccole. I polimeri possono essere classificati in due macrocategorie: polimeri termoplastici, che possono essere fusi e modellati più volte e perciò riciclabili, polimeri termoindurenti, che possono essere fusi e modellabili una sola volta e perciò non riciclabili.
Nonostante la sua versatilità e la possibilità di riciclo l’uso smodato della plastica in tutti i settori industriali ha portato alle conseguenze in termini ambientali che noi tutti conosciamo (ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono nell’ambiente, inquinando acque, terreni e organismi viventi). Negli ultimi anni, grazie ad una maggiore sensibilità e attenzione alla tematica dell’inquinamento ed in seguito alle nuove politiche ambientali, l’attenzione verso la ricerca di soluzioni ecosostenibili è cresciuta molto, orientandosi verso materiali più ecologici e con un basso impatto ambientale.
Materiali come la polpa di cellulosa, le foglie di palma, il Mater-be ecc. sono soluzioni valide ed ecosostenibili che con il tempo vengono sempre più utilizzate dall’industria del packaging e della ristorazione per produrre piatti e bicchieri monouso in sostituzione della plastica.
Il problema nell’utilizzo di questi prodotti nasce perché, non essendo ancora stata approvata in Ue una normativa che limiti l’impiego dei PFAS, l’importazione dei prodotti, fino ad oggi, non è soggetta a controlli specifici. Nel settore alimentare tra i maggiori produttori di polpa di cellulosa figurano Vietnam e Cina.
Soluzioni
Come per tutti i materiali, se si vuole avere la certezza di utilizzare stoviglie di alta qualità e sicure per la salute, bisogna sempre fare attenzione alla provenienza del monouso, non avere come unico criterio di scelta l’economicità dei prodotti e affidarsi ad aziende produttrici serie, accreditate e specializzate nel settore produttivo di materiali a contatto alimentare. I prodotti monouso compostabili in polpa di cellulosa devono essere certificati da un ente di Certificazione ai sensi della norma UNI EN 13432:2002.
Prodotti per la ristorazione in polpa di cellulosa
Le stoviglie monouso in polpa di cellulosa sono disponibili in una grande varietà di forme e dimensioni. Il settore della ristorazione rapida così come le mense scolastiche, ospedaliere, aziendali ecc. ne fanno largo uso perché uniscono ai vantaggi della polpa di cellulosa i vantaggi del monouso, il cui uso è fondamentale in contesti che necessitano di continuo ricambio di stoviglie per garantire sicurezza e igiene alimentare.
I contenitori da asporto in polpa di cellulosa sono tra i più venduti nel settore del take away perché leggeri, facili da trasportare e pensati per resistere a temperature molto elevate, senza che vengano alterate le proprietà organolettiche dei cibi. Sono tutti forniti di appositi coperchi con i quali proteggere i cibi.
I piatti in polpa di cellulosa vengono realizzati in diverse dimensioni: piatti quadrati, tondi, fondi, piani, tutti estremamente leggeri e versatili, con i quali creare allestimenti personalizzati, dal design semplice, elegante e che garantiscono un buon biglietto da visita per chi si impegna a ridurre l’impatto ambientale della propria attività commerciale.
Ciotole e coppette sono ideali per contenere zuppe, primi piatti caldi o insalate e contorni che devono essere consumati velocemente.
Bicchieri e posate sono utilizzati da chiunque decida di avere una politica ecosostenibile senza rinunciare a funzionalità e praticità. I bicchieri in polpa di cellulosa possono essere utilizzati per bevande sia calde che fredde, mentre le posate in polpa di cellulosa sono comode, pratiche e resistenti alla pressione.
Per noi innovare non significa solo sviluppare prodotti di qualità, sicuri e facili da utilizzare ma anche produrre soluzioni ecocompatibili che riducano l’utilizzo di materia prima e l’impatto ambientale.
I piatti in polpa di cellulosa Discom Group, nel rispetto dei valori aziendali, uniscono all’eccellenza delle materie prime, sicurezza, ecosostenibilità e facilità di utilizzo.